La Difesa da coltello: un tema delicato

Di tutti i possibili temi su cui un istruttore può fare disinformazione ai suoi studenti, la difesa da un attacco con coltello è di gran lunga il più pericoloso.

Chiunque si proclami un esperto di coltello e insegni bloccaggi, disarmi a mano nuda, e guardie a mani basse, potrebbe con la stessa sicurezza anche insegnare a bloccare proiettili con i denti.

Poiché ben pochi tornei di combattimento con coltello si svolgono negli Stati Uniti, è molto difficile per un potenziale studente valutare l’autenticità di un istruttore di armi bianche.

Tutto ciò di cui sembra aver bisogno un istruttore per stupire il pubblico sono un paio di posizioni ben studiate e una foto di se con un’espressione cattiva e il suo coltello posizionato contro la gola dell’avversario e – zak! – istantaneamente diventa Rambo.

L’insegnamento del Kali Filippino

A mio parere, i metodi più realistici per il combattimento con e contro armi affilate provengono dalle Filippine.

Poiché i confronti reali con lame e armi da taglio sono estremamente comuni in quel paese del sudest asiatico, le loro tecniche di combattimento non hanno niente a che vedere con il falso eroismo, ed anzi ogni cosa mira alla sopravvivenza.

Questo articolo descriverà le tecniche e i metodi di allenamento che devi conoscere per difendere te stesso da una lama, ed usarne una.

Footwork

La base fondamentale per il combattimento col coltello è il footwork. Esso consente di mantenere la corretta distanza tra te e il tuo avversario.

Essere abili a muoversi rapidamente lontano o verso il proprio avversario è essenziale in qualunque scenario di combattimento, ma quando ti stanno puntando un coltello contro, l’importanza sale alle stelle.

Quando pensi al footwork nel pugilato, probabilmente ti verranno in mente Mohammed Alì e Sugar Ray Leonard danzare per il ring, leggeri, con movenze feline colpendo e muovendosi costantemente. Quello è il tipo di footwork appropriato per il combattimento con coltello.

Ovviamente quando hai un arma affilata nelle mani, non necessiti di piantare i piedi a terra per fare danno al tuo avversario. È anzi molto più importante rimanere leggero ed agile.

Un taglio alla mano armata o un affondo rapido al viso possono essere tutto ciò che serve per porre fine al combattimento.

Distanza

La distanza alla quale scegli di combattere il tuo avversario è fondamentale. Molti istruttori insegnano ai loro studenti ad ingaggiare combattimenti col coltello a distanza di pugilato. Ma se guardiamo un round di un match di pugilato e contiamo quante volte ogni atleta viene colpito, noteremo che il contatto avviene troppo spesso.

Se i pugili scambiassero i loro guanti con lame affilate, entro dieci secondi si troverebbero in un lago di sangue.

Ci sono centinaia di drill ed esercizi che migliorano il lavoro ravvicinato con coltello e bastone, ma questi sono allenati e sono stati sviluppati per migliorare le tue capacità: sensibilità, coordinazione, meccaniche di movimento, ecc.. Ecco perché sono chiamati drill di perfezionamento e sensibilità.

Non devono essere confusi con il combattimento armato reale con lo scopo di sopravvivenza.

In combattimento, un esperto di coltello combatte sempre in distanza larga mano, che è appena oltre la distanza dei calci.

Può così più facilmente evitare di essere tagliato, e può comunque perseguire il suo obiettivo primario, che è quello di tagliare la mano armata dell’avversario.

Ferire il serpente

Se tagli la mano dell’avversario infatti, istantaneamente lo disarmerai.

È fisicamente impossibile per lui tenere un coltello quando tendini, muscoli e legamenti per il controllo della sua mano sono danneggiati.

Una volta che hai ferito il serpente, esso diventa innocuo, ed allora hai la scelta di ucciderlo o lasciarlo andare.

Il footwork e la distanza corretti sono cruciali perché questa strategia funzioni.

Ferire il serpente, è una tattica utilizzata anche nel combattimento di bastone.

Purtroppo, nei tornei moderni vediamo i fighters con caschi protettivi ingaggiare ossessivamente una caccia alla testa.

Sebbene questi combattimenti insegnino agli studenti come comportarsi con l’adrenalina e sotto stress, quel tipo di pratica dovrebbe costituire non più del 5 per cento del tuo allenamento. Non dovrebbe essere il tuo focus, poichè raramente le regole e i punteggi premiano i colpi sulla mano armata dell’avversario.

Se un fighter infatti, secondo la logica del “ferire il serpente”, si vedesse toccato da un colpo del suo avversario sulla mano armata e NON protetta da protezioni come nei tornei, quella povera mano subirebbe conseguenza simili all’essere tagliata da una lama.

Tempismo

In un combattimento col coltello il tempismo è poi importante quanto il footwork e la corretta distanza, ma più ambiguo e difficile da spiegare.

Il tempismo può essere descritto come l’abilità di colpire il proprio avversario prima, durante o dopo che lui ha portato un attacco.

Tu devi sentire quella frazione di secondo buona per la tua tecnica.

Una volta che hai sviluppato un buon tempismo, puoi letteralmente muoverti ad un decimo della velocità ed essere comunque estremamente efficace.

In match di allenamento, artisti marziali filippini ultrasettantenni mi hanno colpito dieci volte più spesso di quanto facessi io, proprio grazie ad un tempismo vicino alla perfezione.

Per sviluppare il tempismo si necessita di consapevolezza e familiarizzazione delle linee (conoscenza cioè di tutti i possibili angoli di attacco), entrambe cose che accrescono con tempo ed esperienza.

Dopo essermi allenato con Cacoy Canete, che a 65 anni era ancora capace di usare il mio corpo come un bersaglio, io gli chiesi a che età avesse raggiunto il suo meglio.

Lui mi rispose “forse lo raggiungerò tra altri 10 o 15 anni”.

Come nella maggior parte delle questioni della vita, la percezione è tutto.

Se tu percepisci i punti fin qui menzionati come la parte più importante del combattimento col coltello, tu ti stai concentrando sul dito invece che guardare la luna, per citare Bruce Lee.

Fuggire è sempre la soluzione migliore per difendersi da un attacco col coltello

Perciò, cosa dovresti fare se qualcuno ti attaccasse con un coltello? Prima di tutto, corri.

È già stato detto che per difendersi contro una lama, tu devi prima imparare ad utilizzarne una. E più impari ad utilizzare un coltello, più impari a rispettare il danno che può infliggere.

Tutto ciò che serve ad una lama è toccarti.

L’aggressore non ha nemmeno bisogno di essere particolarmente capace per feriti seriamente.

Gli istruttori che disarmerebbero un attacco armato vivono nella terra dei sogni.

Non capiscono la tremenda realtà di un combattimento col coltello poichè non hanno esperienza.

Per quanto divertente o affascinante possa essere l’immagine di voi mentre disarmate un rapinatore, la decisione di provarci potrebbe essere l’ultima decisione della vostra vita.

Un semplice Test dimostrerà il perché:

Comprate un pennarello rosso, sistematevi in un area delimitata, e chiedete ad un vostro compagno di allenamento di assalirvi con il pennarello come se fosse una vera lama.

Non importa quanti bloccaggi o tecniche di disarmo proverai, presto sarai pieno di linee rosse in tutto il corpo.

Ovviamente la miglior opzione quando si affronta un coltello è fuggire.

Se non puoi fuggire, hai la necessità assoluta di trovare un equalizzatore. Se hai con te un coltello, tiralo fuori.

O rompi una bottiglia o getta un qualunque oggetto: palle da biliardo, sedie, tavoli, piatti, ecc.. Usa qualunque cosa per distrarre l’aggressore e fuggire.

Se non hai vie di fuga ne oggetti “equalizzatori”, dovrai fare affidamento sulle tue sole capacità a mano nuda.

Io probabilmente tenterei un double leg col corretto tempismo, poi cercherei uno strangolamento e le tecniche di kina mutai, l’arte filippina di colpire gli occhi e mordere.

In ogni caso, potrei comunque ad essere tagliato, forse anche fatalmente, ecco la migliore ragione per tornare indietro al piano iniziale e correre via.

Articolo tratto da un approfondimento del Mestro Paul Vunak